Brevi riflessioni a cura di Barbara Beatrice Lavitola
Anche se l’Italia annovera il precursore di tutti i parchi divertimento, ovvero quello di “Villa Favorita” a Resina (oggi Ercolano), i cui modellini lignei delle giostre di Leopoldo di Borbone si possono apprezzare oggi presso la Reggia di Caserta, dovranno passare anni prima che entri nel linguaggio comune dire “andiamo alle giostre” oppure “al luna park”, fino all’odierno “andiamo al parco”. Ed è di questa evoluzione, che oggi vorrei parlarvi brevemente.
La tradizione dello spettacolo viaggiante è quella che ha dato i natali all’odierno luna park: il parco divertimenti all’aperto e con ingresso libero, con giostre, tiri a segno, luci scintillanti e il profumo delle ciambelle spolverate di zucchero. Una caratteristica che li accomuna è che i visitatori si riferiscono a queste strutture senza chiamarle per nome, bensì solo luna park, come quello storico di Coney Island, a New York.
I più antichi parchi dei divertimenti d’Europa sono il Prater a Vienna e il Tivoli a Copenhagen: entrambi affiancano a luci e colori anche giardini curatissimi – la trasformazione ha inizio!
Da giostra ad attrazione
Secondo la definizione di Garzanti, “Giostra” è una piattaforma circolare con sedili a forma di animali, vetture, navi ecc. che, azionata meccanicamente, ruota al suono di musichette vivaci per far divertire i bambini. Il termine “giostra” rievoca anche l’artigianalità, intrinseca in quanto al funzionamento e alla manutenzione delle giostre per bambini una professione che oggigiorno è in mano a tecnici esperti ed ingegneri informatici: quella di giostraio, o esercente spettacoli viaggianti come da sua definizione secondo la legge n. 337 del 18 marzo 1968.
È il luna park il luogo di eccellenza in cui sono installate, in occasione di feste padronali ed eventi nelle diverse città.
L’evoluzione del mercato ha portato sempre più spettacolisti viaggianti a “stabilirsi”, dando vita a parchi divertimento e acquatici e aprendo le porte a nuove tipologie di esperienze, spesso accompagnando la meccanica delle giostre a tematizzazioni ricche di dettagli. Ecco che le stesse diventano “attrazioni”.
Allo stesso modo, i parchi permanenti sono caratterizzati dalla stabilità delle varie strutture, attrazioni di ultima generazione, un nome proprio, un biglietto d’ingresso a pagamento, una vasta offerta di spettacoli e molto altro ancora con l’obiettivo di catapultare il visitatore in uno o più mondi paralleli al fine di estraniarlo dalla realtà.
Il visitatore entra, quindi, a far parte di un’esperienza forgiata, risata dopo risata, dall’ampia offerta del parco stesso.
Le classiche “tazze” o le “giostre cavalli”, una volta installate in parchi permanenti, diventano vere e proprie “attrazioni”: insieme alle montagne russe, alle dark ride, ai percorsi acquatici e tante altre tipologie, “attraggono” il visitatore all’interno di un mondo nuovo.
Attrazioni caratterizzate da un alto livello di tecnologia, senza dubbio più complesse dello storico carosello, ma con lo stesso obiettivo di allora: far trascorrere a grandi e piccini momenti di magia e aggregazione, di appartenenza ad una community, di svago e buonumore. E con l’aiuto della super macchina del marketing, si viene conquistati ancor prima di varcare fisicamente la soglia del parco.
Non mi stancherò mai di ringraziare il settore dei parchi divertimento per il loro incessante lavoro con l’obiettivo di regalare felicità a tutte le età! Un grazie speciale a @MassimilianoFreddi, per le pillole di saggezza scambiate durante i nostri ultimi incontri.